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Tekemet e Ala Kiiz

I tappeti in feltro sono una delle principali e più arcaiche espressioni artistiche del popolo kyrgyzo e parte integrale del suo patrimonio culturale.


I Kyrgyzi producono tradizionalmente due tipi di tappeti in feltro:

Ala-kiyiz  – questa, che può essere considerata la tipologia più antica di tappeto, prevede il posizionamento di fibre di lana colorata su una base di colore neutro e la successiva pressatura.

 

Shyrdak  – in quest’altra tipologia due pannelli di feltro di colore diverso vengono sovrapposti e intagliati secondo antichi disegni. I ritagli di uno vengono inseriti nell’altro in modo da ottenere una perfetta aderenza e nessuno scarto di materiale.

Conoscenze, capacità tecniche, diversità, la semantica dei motivi ornamentali e i rituali seguiti nella creazione dei tappeti sono tutti importanti elementi culturali che danno al popolo del Kyrgyzstan un forte senso di identità e continuità.
La realizzazione di questi tappeti è strettamente connessa con la vita nomade: i feltri sono infatti usati per scaldare e decorare le yurte.
La creazione dei tappeti richiede unità all’interno della comunità e favorisce la trasmissione delle conoscenze tradizionali: come regola da una donna più anziana, che vive normalmente nelle zone rurali e montagnose, a una donna più giovane all’interno della famiglia.
L’arte tradizionale degli Ala-kiyiz e degli Shyrdak è purtroppo in pericolo di estinzione. Il numero delle persone che vi si dedicano è in diminuzione e la loro età media in aumento.
La mancanza di misure di salvaguardia da parte del governo, il disinteresse delle giovani generazioni, l’abbondanza di tappeti sintetici a buon mercato, la bassa qualità e la scarsa disponibilità delle materie prime determinano la crisi di questo settore.

L’arte del tappeto in feltro del Kyrgyzstan è iscritta dal 2012 nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco come bene che necessita urgente salvaguardia.
Originariamente, il feltro veniva prodotto con i colori naturali propri della lana: bianco, nero, marrone e grigio. Successivamente furono introdotti colori estratti dalle piante per arrivare gradualmente all’uso di coloranti sintetici.

Sebbene i Kirghisi amino le combinazioni di colori forti e decisi, recentemente si è visto un ritorno ai colori naturali, anche per venire incontro ai gusti degli acquirenti stranieri. 
Gli elementi decorativi hanno una forte valenza simbolica e traggono ispirazione dal mondo vegetale, animale e da forme geometriche.

Qualche esempio:
– il tulipano rappresenta l’arrivo della primavera
-i motivi a rombo richiamano il reticolo diagonale delle yurte
– la coda di cane simboleggia l’amicizia
– gli uccelli in volo trasmettono la speranza che si avverino i sogni.

FASI DI LAVORAZIONE
1.  Il vello è steso su una pelle di mucca e battuto con bacchette di metallo per separare le fibre, rendere la lana soffice e in parte togliere le impurità.
2.  Le fibre di lana vengono disposte su un chii  in più strati (chii: tradizionale stuoia di canne, onnipresente all’interno della yurta).
3.  Successivamente la lana viene inumidita con acqua saponata calda, quindi arrotolata nella stuoia che viene legata in più punti e avvolta in un tessuto.
4.  I membri della famiglia fanno rotolare il rullo o lo attaccano ad un cavallo per farlo trascinare.
 Questa fase è la più importante poiché aiuta le fibre a legarsi una all’altra.
5.  Il rullo viene poi srotolato e la lana viene lavorata manualmente, facendola rotolare avanti e indietro con un movimento dai polsi ai gomiti e viceversa
6.  Lo stesso trattamento viene ripetuto sulla superficie opposta. Questo processo dura alcune ore ed è ripetuto molte volte, finché il feltro non risulta compatto e con i bordi ben chiusi.
7.  Per finire, il feltro viene sciacquato in acqua fredda e messo ad asciugare.
Per produrre un pezzo di 3 mt. x 1,5 sono necessari 12 kg di lana.
Dopo la lavorazione, il feltro finito pesa non più di 6 kg.

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